
Accade, quando si vive in una metropoli sovraccarica come Roma, di uscire di casa alle 12 e di tornarci alle 17 soltanto per incontrare un’amica a pranzo.
Follia? Sono assolutamente d’accordo.
Capirete bene, quindi, perché appena arrivata da Porto io non ci vedessi più dalla fame, e una volta posato il trench, la borsa, le pinne, i fucili e gli occhiali, abbia riempito all’inverosimile il mio bel piattone grigio. Si allega reperto fotografico a testimonianza dell’accaduto.
Quando leggo buffet, soprattutto se il costo è contenuto (in questo caso, 9 euro a persona, acqua compresa), mi si presentano alla mente diversi scenari agghiaccianti: un tavolino micragnoso pieno di patatine fritte surgelate, rigorosamente fredde, un diffuso aroma di glutammato che mi farà avere l’acido e, perché no?, un po’ di nausea per tutto il giorno, la cola del discount, i piatti di plastica, le posate incrostate. Occhei, forse ho un po’ esagerato, ma era solo per farvi capire il senso. 😀
Il pranzo a buffet da Porto, invece, non è nulla del genere. Il locale è davvero carino, vagamente shabby chic, un po’ pub e un po’ ristorante. Non conoscevo questo posto, ma mi sono fidata del parere della donzella che me lo ha suggerito – potete vedere sullo sfondo anche il suo piccolo e discreto piattino. Entrambe insomma, credo ricorderemo questo pranzo a buffet da Porto.
A colpirmi è stata non solo l’abbondanza e la varietà dell’offerta di cibo – grazie ai potenti mezzi pubblici di Roma sono arrivata al locale all’1:40, e il buffet era ancora pieno! – ma anche la qualità dei piatti, decisamente sopra la media per un buffet così economico.
Porto, in realtà, è famoso per i suoi fish burger, che ovviamente mi riprometto di assaggiare al più presto: sia chiaro, lo farò solo perché vi voglio bene e voglio raccontarvi come sono… 😛
Gnam gnam?
Eh sì, era proprio buono!